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		La storica caserma era stata dedicata all'allora Sovrano Umberto I che 
		ascese al trono d'Italia nel 1878 dopo la morte di Vittorio Emanuele II. 
		La caserma è stata edificata in più 
		riprese ed è sempre stata punto di riferimento della città, vuoi per le 
		imponenti dimensioni paragonate al contesto urbano che la circonda, vuoi 
		per gli uomini che periodicamente venivano addestrati presso questa 
		struttura. 
		
				
				
				  
		
		
		Dei quattro lati che circondano l’ampio cortile, uno e mezzo hanno 
		caratteristiche di tipo  architettonico completamente diverse; 
		erano in origine case di civile abitazione che si staccano visibilmente 
		dall’altro fabbricato di natura visibilmente militare. 
		
		
		Le origini delle prime costruzioni possono farsi risalire agli anni che 
		vanno dal 1760 al 1810 come testimoniano il catasto detto di “Maria 
		Teresa” (datato 1760) e quello napoleonico (datato 1810). 
		
				
				
				  
		
		In quell’epoca i militari erano ben accetti nella città, 
		alloggiati gratuitamente in edifici di proprietà dell’Amministrazione 
		Comunale essendo considerati fonti di guadagno per la popolazione civile 
		del luogo. Con il trasferimento della capitale d’Italia a Firenze venne 
		a mancare la necessità di mantenere truppe in Bra ed i locali già in uso 
		ai militari vennero allora occupati dalla Suola Tecnica Comunicativa 
		Pareggiata, dal Ginnasio Comunicativo e dalla Scuola Municipale di 
		Musica e Canto. I militari ritornarono ad usare i fabbricati già in uso 
		a suo tempo per concessione dell’Amministrazione Comunale nel maggio del 
		1866; si hanno così notizie dell’insediamento del Deposito del 62° 
		Reggimento Fanteria – Brigata Sicilia. 
		
		
		Non si può prescindere, parlando della Caserma Umberto 
		1°, di collegarla alla nascita del Corpo degli Alpini. 
		
				
				 Gli alpini hanno avuto origine da una intuizione dell’allora giovane 
		Capitano di Stato Maggiore Giuseppe Domenico Perrucchetti ed ebbero i 
		loro natali nel 1872, quando il Regno d'Italia deve affrontare il 
		problema della difesa dei nuovi confini terrestri acquisiti dopo la 
		guerra del 1866 contro l'Austria. Il 15 ottobre 1872 il Re Vittorio 
		Emanuele II firmò il R.D. n. 1056 nei quali allegati si prevedeva la 
		formazione di 15 nuove Compagnie Permanenti da reclutare su base 
		regionale. Subito dopo, in occasione della chiamata alle armi della 
		classe 1852, inizia la formazione delle prime compagnie. Neppure ad un 
		anno dalla formulazione del progetto, i reparti alpini divengono una 
		realtà. 
		
		
		Nel 1878 ci si rese conto che il territorio di competenza delle singole 
		Compagnie era troppo vasto e venne presa la decisione di aumentare le 
		unità alpine in 10 Battaglioni e 36 Compagnie. Le sedi per tali 
		Battaglioni erano differenti tra il periodo invernale e quello estivo. 
		Proprio questo primo riassetto iniziò il connubio Bra e 
				
				
				 Alpini. Infatti 
		il 3° Battaglione, di nuova formazione, con la sua 8a 
		Compagnia venne dislocato a Bra nella Caserma Umberto 1°. La 
		riorganizzazione degli Alpini doveva comunque continuare con uno 
		sviluppo ulteriore. Infatti nel 1882 a soli dieci anni dalla sua 
		istituzione, gli Alpini si accingevano ad effettuare una 
		ristrutturazione assai più corposa della precedente passando dai 10.000 
		ai 45.000 uomini. Con Regio Decreto del 5 ottobre 1882 si stabiliva che 
		a partire dal novembre, in ottemperanza alla legge sull’ordinamento 
		dell’esercito, le Truppe Alpine sarebbero state formate da 6 Reggimenti 
		contraddistinti, come pure 
		le Compagnie, da un numero progressivo mentre i Battaglioni avrebbero 
		derivato il loro nome dalle rispettive sedi di reclutamento. Bra cessò 
		di essere sede di Battaglione divenendo più importante. Infatti il
		1 novembre del 1882 venne costituito, nella 
		stessa  Bra, il  2° Reggimento 
		formato dai Battaglioni Val Pesio (nappina 
		bianca)  con le Compagnie 8-9-10-11, Tenda (nappina rossa) con le 
		compagnie 12-13-14-15 e Val Schio (nappina verde) con le compagnie 
		59-60-61. Il Reggimento venne posto al 
		comando del colonnello Federico Queirazza. 
		
		  
		
				
				
				 L’insediamento del 2° Reggimento diede vita alla creazione di una serie 
		di strutture, tra cui la Piazza D’Armi, oltre la 
		
		necessità di recuperare tutti i fabbricati già adibiti ad 
		alloggiamenti dei soldati ampliandoli opportunamente. Vengono 
		immediatamente intraprese 
		trattative tra il Genio Militare che nel gennaio del 1883 prendono forma 
		fissando necessità, lavori da eseguire, oneri da sostenere e da quale 
		amministrazione, trattandosi di fabbricati di proprietà del Comune dati 
		in comodato gratuito all’Amministrazione Militare. Si conviene che lo 
		Stato si farà carico dei costi di progettazione e costruzione delle 
		opere,  mentre il comune metterà a disposizione i terreni necessari.
		 
		
		
		La mappa catastale del 1893 riporta la caserma Umberto I 
		con i lavori di ampliamento completati.  
		
		
		L’edificio non si presenta però nel suo complesso così come oggi: vi 
		sono due vecchi corpi di fabbrica che verranno demoliti con una 
		convenzione del 1902 tra Amministrazione Militare e Municipio. Agli 
		stessi anni fa riferimento un intervento di ristrutturazione della 
		facciata su via Umberto da parte dell’ingegnere Bongiovannini di Torino. 
		  
		
		
		La presenza in forze nella caserma era limitata ai mesi autunnali e 
		invernali. All’’arrivo della primavera iniziavano i preparativi per il 
		trasferimento. Si sospendeva l’addestramento formale e le esercitazioni 
		di tiro per spostarsi in montagna e proseguire quello che oggi viene 
		chiamato “addestramento in ambiente montano”: un mix di campi fissi, 
		escursioni, roccia, esercitazioni di tiro 
		e altro ancora. 
		
		
		Dal 
		punto di vista storico la Caserma di Bra ha dunque avuto l’onore di 
		ospitare, a pochissimi 
		anni dalla costituzione delle neonate Truppe Alpine, uno dei primi 
		Battaglioni alpini seguito da uno dei primi Reggimenti costituitisi: il 
		2° 
		Reggimento Alpini. Di questo Reggimento faceva parte anche il 
		Battaglione Valle Stura che, il 19 agosto 1883 durante i campi estivi in 
		quel di Demonte, era intervenuto con due sue Compagnie per domare 
		l’incendio che stava distruggendo Bersezio. Gli alpini domarono 
		l’incendio riuscendo a salvare ben 45 delle 90 case presenti meritando 
		in questo modo la  1° medaglia di bronzo al valor militare assegnata ad un 
		reparto alpino con la seguente motivazione: 
		
		“Per le generose 
		azioni dallo stesso compiute nell'estinzione del grave incendio 
		sviluppatosi in Bersezio la notte dal 
		18 al 19 agosto 1883.” 
		
		Già l’aiuto alle 
		popolazioni in difficoltà era presente negli alpini divenendone anche 
		negli anni a venire, sino ai nostri giorni, parte integrante di ciò che 
		noi chiamiamo: "DNA Alpino". 
		
		
		Ma non sono questi i soli meriti per i quali la nostra Caserma  deve 
		essere ricordata. 
		Vi è un primato che ha, per noi alpini, anche un valore sentimentale. 
		
				
				
				 Con l'atto numero 60 del 10 aprile 1891 fu adottata una marcia 
		d'ordinanza, comune per tutte le Truppe Alpine: la famosa Trentatré che 
		ha una storia curiosa. 
		
		
		
		Già da qualche anno erano stati costituiti i Reggimenti Alpini ed i 
		comandanti facevano a gara a cercare personale con conoscenza di musica 
		per creare fanfare di reparto. 
		
		
		
		Al 2° Reggimento di stanza a Bra, un appassionato sottufficiale era riuscito a riunire una discreta fanfara 
		che, pur non possedendo un vasto repertorio, suonava discretamente. Quando gli fu chiesto di suonare qualche marcia per scegliere l’inno, 
		il 
		sottufficiale senza tentennamenti alzò la mano dicendo: “Suoniamo la 
		Trentatré!” Questa in realtà era una marcia di origine francese, ma era una 
		delle poche musiche che
		avevano ed essendo quella che riusciva meglio fu scelta come inno e 
		marcia del Reggimento. La musica piacque, il nome rimase così 
		e la Trentatré ebbe fortuna diventando uno dei simboli degli Alpini.
		
		 
		
		
		In 
		un primo tempo gli alpini restarono a Bra sino al 6 maggio 1901 per poi 
		essere sostituiti dal 77° Fanteria dal 18 settembre 1903 al 20 settembre 
		1911.  
		
		
		Le varie riforme dell’esercito, da quella del 1909 a quella del 1926, 
		avvicendarono varie presenze
		nella 
		caserma. Così si alternarono Alpini, Fanteria,  
		Artiglieria Campale e da Montagna, sino a quando divenne 
		
		Scuola Allievi Ufficiali di Complemento di Artiglieria. 
		
		
		Ufficialmente la Scuola venne inaugurata con la consegna solenne della 
		bandiera il 18 gennaio del 1931. 
		La scuola A.U.C. svolse il suo compito al meglio sfornando ottimi 
		ufficiali che diedero esempio delle loro capacità sui vari fronti che ci 
		videro impegnati negli anni bui della guerra. Sono stati molti gli 
		ufficiali formatisi dalla scuola di Bra che, con atti di valore, coraggio 
		e abnegazione, si guadagnarono decorazioni sul campo. 
				
		In quegli anni era 
		distaccata a Bra la 44^ Batteria del 5° Rgt. Artiglieria da Montagna che 
		rientrò al Gruppo Lanzo nel 1940. 
		
				
				
				 La scuola 
		A.U.C. svolse il suo compito sino all'8 settembre 1943 quando una città 
		di caserme come Bra dovette convivere con momenti difficili. I numerosi 
		sbandati originati da questo momento di confusione vennero aiutati dalla 
		popolazione locale che, grazie anche ad una manifattura braidese, 
		recuperò abiti civili per vestire questi soldati sbandati. 
		
		Il presidio 
		di Bra contava 800 militari che, dopo l'annuncio della fine della guerra 
		da parte del Gen. Badoglio e dopo un primo euforico momento, si 
		iniziarono a domandare cosa dovevano fare e quali erano gli ordini. Il 
		Comando di presidio consegnò in caserma sia gli ufficiali che la truppa 
		e raddoppiò i turni di guardia. Bastò una telefonata in caserma la notte 
		del 9 settembre che annunciava che le SS avevano occupato la vicina Alba 
		e che una colonna si dirigeva su Bra perché il Comando, preso dal 
		panico, ordinasse di abbandonare la caserma per mettersi in salvo 
		ordinando altresì di aprire i locali e i magazzini alla popolazione. Iniziò così il saccheggio della caserma. 
				
		A nulla valse l'ormai inutile 
		dietro front del comando che ordinò, pena la fucilazione, di riportare 
		tutto ciò che era stato asportato. In questa atmosfera di caos si 
		dissolse la Scuola Ufficiali e la Caserma visse uno dei momenti peggiori 
		della sua esistenza. 
				
		Nei giorni successivi iniziò l'occupazione tedesca. 
		La Resistenza ricaccio, nei due anni seguenti, i tedeschi e le forze 
		Repubblichine che occupavano le varie caserme di Bra, compresa la X Mas. 
		Tutto ciò che restava del presidio fu concentrato nella caserma Umberto 
		I. Il 2 maggio del 1945 Bra ritornò nella normalità. Nella primavera del 
		1945 il Cap. Icilio Ronchi Della Rocca, Comandante dei partigiani 
		autonomi della 12° Divisione Bra, consegnò agli alleati americani del 185° Rgt. "Bufalo" la caserma Umberto I. La Divisione Bra fu sciolta il 7 
		giugno 1945 assieme a tutte le altre unità di combattimento partigiane. 
				
		  
				
				
				
				
				  
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