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				 Nel 
						dopoguerra repubblicano e antifascista, la caserma venne 
						intitolata alla memoria del Tenente Raffaele Trevisan 
						
						nato a Roncà (Verona) nel 1906, morto alle Bocche di 
						Cattaro il 16 settembre 1943, tenente dell'Esercito, 
						Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. 
						
						
						Il Tenente Trevisan, nel maggio del 1942, fu mandato in
						Montenegro 
						con il 155° Reggimento Artiglieria. Al momento 
						dell'armistizio si trovava alle Bocche di Cattaro e 
						prese subito posizione contro i tedeschi. Ferito 
						gravemente da una raffica di mitragliatrice, morì 
						all'ospedale militare dopo cinque giorni di agonia. 
						Questa la motivazione della ricompensa al valore: 
						
						
						"Comandante di batteria, 
						superdecorato al valor militare, in due giorni 
						consecutivi di aspri combattimenti contro un nemico 
						superiore in forze e in mezzi col preciso tiro dei suoi 
						pezzi gli produceva gravissime perdite, suscitando, col 
						suo valoroso contegno negli artiglieri e nei fanti 
						indomito coraggio e fiero entusiasmo. Attaccato da una 
						forte autocolonna tedesca, appoggiata da un intenso 
						spezzonamento e mitragliamento aereo, dirigeva sino agli 
						estremi il fuoco dei cannoni sul nemico. Visti cadere ad 
						uno ad uno tutti i suoi uomini ed ormai circondato da 
						ogni parte, rimaneva saldo e sereno al suo posto di 
						comando e a colpi di moschetto e col lancio delle bombe 
						a mano difendeva ancora la batteria, finché, colpito da 
						raffica di mitragliatrice, cadeva riverso su quei pezzi 
						che tanto aveva amato. Esempio sublime di supremo 
						sprezzo del pericolo e del più puro amore di Patria". 
						
						  
						
				
				
				  Il 
						B.A.R. (Battaglione Addestramento Reclute) Mondovì preposto per l’addestramento reclute del 
						4° Reggimento Alpini, venne costituito a Bra 
						ufficialmente nel maggio 1949, ma solo nel 1950 iniziò la 
						sua funzione. Infatti si preferì attendere sino che gli 
						ufficiali non trovarono adeguata sistemazione ritenuta 
						sufficientemente rapportata al loro rango. 
						
						
						La Caserma Trevisan non era unica: altre due Caserme, la Guala e la Pelizzari, facevano parte di questo centro 
						addestrativo. Le antiche scuderie, quarto 
						complesso delle costruzioni militari, furono adibite a 
						magazzini e officina automezzi, mentre il comando con i suoi 
						uffici, l’infermeria, i Circoli Ufficiali e 
						Sottoufficiali, il refettorio della truppa rimaneva 
						nella più grande Trevisan. 
				
						Per 
						comprendere le sue dimensioni, 
						
						basti pensare che per 
						compiere l’intero perimetro di tale Caserma  
						occorrevano diecimila passi 
						e 
						che la superficie dei tetti raggiungeva i 20 mila metri 
						quadrati. 
						All’interno della Trevisan 
						erano presenti anche lo spaccio, il barbiere e la 
						sartoria. Vicino alla porta carraia, anche le cucine 
						occupavano una buona superficie. Per fare 
						funzionare questo centro addestrativo vi era bisogno di 
						200 persone. E’ ovvio che per mantenere in perfetta 
						efficienza l’intera struttura serviva una 
						costante manutenzione sia delle strutture che dei 
						servizi. 
						
						
						Il B.A.R. Mondovì il 1° gennaio 1953 cambiò la 
						denominazione in B.A.R. 4° Reggimento Alpini e il 1° 
						ottobre 1957 cambiò nuovamente denominazione in B.A.R. 
						Taurinense. 
						
						
						Ogni tre mesi, con un mese di riposo, si avvicendavano 
						dalle 1200 alle 1500 reclute. Nel tempo in cui questo 
						centro di addestramento svolse la sua funzione, circa 
						100 mila ragazzi videro tra queste mura iniziare il loro 
						periodo di vita militare e, quel che più a noi sta a 
						cuore, il divenire Alpini. 
						
						
						E’ chiaro che anche dal punto di vista economico la 
						presenza del centro di addestramento ebbe una ricaduta 
						economica sull’intera città. Creò un indotto che vide 
						molte famiglie vivere, per così dire, "di naja". Infatti 
						molte erano le attività che fiorirono o si svilupparono 
						in tale contesto. Per fare un esempio: fotografi, 
						stiratrici, camiciaie, rammendatrici, bar, trattorie, 
						barbieri, cinema, sale da ballo, birrerie, ecc. Questo 
						solo per ciò che riguardava le spese dirette che i 
						singoli alpini potevano fare. Se poi si considerano le 
						vettovaglie, i materiali di consumo e altri materiali 
						usati per far funzionare le caserme, si capisce quale 
						importanza ebbe per l’economia e lo sviluppo di Bra la 
						presenza di tale centro. 
						
						
						Nella giornata del 
						Giuramento Bra era totalmente invasa da parenti, amici e 
						conoscenti dei “nuovi Alpini”. 
						Si poteva calcolare che sino a 5000 persone giungessero 
						in città e con loro entrava anche una consistente somma 
						di denaro che ancora una volta andava ad incrementare i 
						già positivi risvolti economici portati dalla presenza 
						militare. 
				
						
						Il Giuramento pertanto diveniva una giornata 
						particolare che i Braidesi attendevano quasi 
						quanto le reclute, anche se per motivi diversi. In 
						effetti tutta la città la considerava festa 
						lavorativa. Quando poi il Giuramento si svolgeva in 
						piazza Carlo Alberto l’aria di festa in città era quella 
						di una festa patronale, anzi, forse anche di più. 
				
						
						Se 
						questa giornata segnava il culmine della positiva 
						presenza a Bra del C.A.R., sia per la popolazione che 
						per le reclute, nei giorni successivi tutto cambiava 
						drasticamente. Iniziavano le partenze per le 
						destinazioni dei giovani Alpini che partivano con un po’ 
						di "tristezza in cuor", come dice la canzone. Per un mese 
						le strade di Bra si svuotavano, le trattorie e i 
						ristoranti erano deserti e persino le signorine, che 
						tiravano dritto, avevano qualche nostalgia dei fischi, 
						dei sorrisetti e persino delle frasi irriguardose che 
						venivano loro rivolte per le strade. Una pubblicazione 
						redatta in passato con ciclostile all’interno della 
						caserma da Alpini buontemponi che scanzonavano ciò che 
						succedeva in caserma, in relazione a queste giornate 
						scriveva: “Saluta le austere mura della tua Prima 
						Caserma, la Zizzola che dall’alto ti guarda, e, Penna 
						Bianca, il tuo Colonnello. La tua metamorfosi è avvenuta: 
						ora sei un Alpino!” 
						
						  
						
				
				
				 Intanto 
						il 1° luglio 1963  nacque il 2° Reggimento Alpini 
						C.A.R. per cambio di denominazione del 12° C.A.R. 
						trasferito il 10 giugno 1963 da Montorio Veronese a 
						Cuneo. Era costituito da un Comando, dai B.A.R. 
						Tridentina, Orobica e Cadore e dalla Compagnia 
						Artiglieria da Montagna, preposti all’addestramento 
						delle reclute per le Brigate omonime. Il 2° Reggimento 
						Alpini il 1 ottobre 1963 assorbì il B.A.R. Taurinense ed 
						il 6 maggio 1965 passò alle dipendenze dirette della 
						Brigata Taurinense. Il 30 ottobre del 1974 il Comando di 
						questo C.A.R. venne sciolto ed il B.A.R. Taurinense  
						cambiò la denominazione in B.A.R. Cuneense.  
						
						
						La Caserma Trevisan seguì le vicissitudini del centro di 
						addestramento cambiando dal 1949 al 1974 la denominazione. 
						La lenta trasformazione è avvenuta
						in modo 
						particolare dal 1974 dove sembrava che dovesse 
						sostituire le reclute alpine con quelle della fanteria. 
						Ciò durò poco. Mentre il grosso delle reclute alpine 
						si era trasferito in altra sede, solamente pochi, tra 
						militari di leva e di effettivi, rimanevano alla 
						Trevisan per mantenerla in vita prima di una definitiva 
						decisione degli alti comandi sulla sua eventuale nuova 
						utilizzazione. In effetti la decisione fu ben 
						diversa da quella di un possibile utilizzo, in quanto ne 
						fu decisa la non agibilità e la definitiva chiusura nel 
						1975. 
				
						  
				
				
				
				  
				
				  
				
				  
				
				Per 
						ironia del destino fù un Braidese di residenza, e di 
						famiglia per parte di padre, che ebbe il triste compito 
						di chiudere il Reparto. Si tratta del Colonnello Giorgio 
						Burdese ora in pensione. 
				
						Che in un 
						articolo ad un giornale locale così racconta: "... Nel 
						1974 quale ufficiale più anziano in grado divenni 
						comandante del Reparto. E con sommo rammarico, il 5 
						settembre 1975 per disposizione ministeriale, chiusi il 
						Reparto di Bra. Ebbi così l'onore di essere stato 
						l'ultimo Comandante." 
				
						  
				
						  
				
						  
				
						  
						
						
						Il 1975 fu caratterizzato da una nuova organizzazione 
						dell’esercito che cambiò definitivamente l’assetto delle 
						Truppe Alpine. Proprio in questa riorganizzazione il 
						Battaglione Mondovì, che pur inquadrato nella Brigata 
						Taurinense era alle dipendenze della Brigata Julia e 
						dislocato in Friuli con il suo Comando a Paluzza (UD), 
						venne disciolto e ricostituito in Piemonte 
						come Battaglione Addestramento Reclute e dislocato a San 
						Rocco Castagnareta (CN). Il Battaglione. Mondovì eredita 
						la bandiera e le tradizioni del disciolto 1° Reggimento 
						Alpini e inquadra la Compagnia Comando e Servizi, la 9^ 
						, la 10^, l'11^ e la 103^ (ex mortai). 
						
						
						   
						
						  
				
						
						Il 30 agosto 1997 alle ore 11 il Battaglione Alpini 
						Mondovì cessa di esistere. La Bandiera ripiegata e 
						riposta nella custodia su di un mezzo militare viene 
						portata a Roma dove sarà depositata presso l'Altare 
						della Patria a fianco di tutte le Bandiere dei Reparti 
						che non esistono più. 
						
						
						  
						
						Gli Alpini, particolarmente quelli Liguri e 
						Piemontesi, videro di colpo sparire i reparti che nella 
						maggioranza dei casi avevano segnato la loro naja: il 
						C.A.R. di Bra e il Battaglione Mondovì che li aveva 
						accolti dopo il periodo di addestramento. 
				
						  
				
						  
				
						  
						
						 
				
				
				  
						  
				  
		
				 
				
		  
				
				  
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