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“Salviamo il nostro Pennone”: il Valore della Memoria

 

 

Nella vita di ognuno di noi si vivono momenti  indimenticabili, ricchi di gioia condivisa con le persone più care e ricchi di forti emozioni. E sicuramente il mio 25 Aprile 2014, giorno dell’inaugurazione del nuovo “ Pennone portabandiera “ nella ex-caserma Trevisan di Bra, fa parte di questi.

Sono partito di buon’ora da Brescia poiché era forte il desiderio di partecipare alla manifestazione avendo assistito, nel lontano settembre 1975, all’ultimo ammainabandiera che di fatto sanciva lo scioglimento del Battaglione Addestramento Reclute del 2° RGT Alpini in cui militavo come  Istruttore.

Arrivando a BraA onor del vero, era forte anche la voglia di conoscere personalmente gli Istruttori del “secondo 66” che, grazie al senso di appartenenza che fa di noi Alpini un Corpo speciale, avevano creato un sito in cui era ed è possibile documentarsi ed aggiornarsi circa le vicissitudini della “nostra caserma Trevisan”. Ed è grazie alle informazioni di questo sito che sono venuto a conoscenza della volontà di salvare il Pennone in ricordo dei tanti Alpini che lì sono transitati.

Arrivo a Bra e, poco per  volta, conosco Bruno, Antonio, Ernesto, Gianni, Mario ed alcuni altri di cui avevo, fino a poco prima, una vaga immagine virtuale. Tra Alpini la sintonia nasce di primo acchito per cui, nel volgere di poco tempo, si instaura un rapporto come se fossimo stati vecchi commilitoni.

Poco prima dell’inaugurazione, Antonio mi dice:” …visto che hai presenziato all’ultimo ammainabandiera, avremmo pensato di farti fare l’alzabandiera…”. Esprimere ora la soddisfazione e l’orgoglio che ho sentito dentro per quanto a me chiesto, credo non ci siano parole. In quegli attimi ho pensato ai momenti belli, e meno belli, della mia permanenza in Trevisan. Ho rivissuto,  in modo particolare, il momento di sconforto  quando, col trasferimento di quasi tutti effettivi alla caserma Vian di Cuneo, siamo rimasti solamente una ventina per le operazioni di dismissione al comando del M.llo Massa. Ero seduto sulla panchina davanti alle sale del sarto e del barbiere e, vedendo quel cortile così vuoto ed inanimato, mi ero mesArrivando a Braso a piangere.

Durante l’alzabandiera ho avuto un momento di commozione pensando a quei 39 anni che mi separavano da quell’assurda riorganizzazione dell’esercito del settembre 75. Assurda poiché lo smantellamento graduale delle Truppe Alpine non ha certo portato benefici alla società: anzi ne ha sminuito il Senso Civico….

L’occasione di un frugale pranzo in compagnia di questi cari Amici ha rinsaldato la stima reciproca e quel senso di appartenenza di cui si è già detto.

Ho scritto il “Valore della Memoria” poiché credo che senza memoria, senza la conoscenza della propria storia, del proprio passato, delle proprie radici, diventa difficile guardare con fiducia al proprio futuro. La Storia è costruita sull’operato degli Uomini che, nel bene o nel male, non devono cadere nell’oblio od essere dimenticati.

Concludo ora  con quanto già detto ad Ernesto in una veloce corrispondenza:

è stato  per me un " grande Onore" presenziare alla cerimonia dell'alzabandiera su quel "nostro pennone" che Voi, istruttori del “ secondo 66”,  unitamente al Gruppo Alpini di Bra ed alla locale Amministrazione, avete fortemente voluto a ricordo dei tantissimi Alpini che lì, nella "nostra caserma Tevisan" sono transitati. E' stato altresì uDavanti al Comunen " Onore" avere fatto la Vostra conoscenza ed avere condiviso, seppure per breve tempo, l'Amicizia che da sempre mi avete  manifestato. Sono fiero di annoverare tra gli Amici più cari " Voi istruttori del secondo 66" e tutti quegli Alpini con cui , ieri, abbiamo vissuto l'intera manifestazione. Auspico di poterci ancora incontrare poiché è bello frequentare persone con cui si condividono Ideali, Valori ed Alpinità.

Un sentito grazie per avermi concesso l'opportunità di issare, trentanove anni dopo l'ultimo ammainabandiera, il nostro Tricolore su quel pennone che per quasi un secolo ha visto sventolare quella " bandiera Italiana" che è il simbolo di Unità, Patriottismo, Senso del Dovere, Disciplina e Amor Patrio. Dalla “nostra Trevisan”  in molti sono partiti per assecondare i capricci bellici di qualcuno, ma, purtroppo, tanti non ne hanno più fatto ritorno. Soprattutto nei Loro riguardi è stato "Doveroso" salvare il Pennone a perenne ricordo del Loro Sacrificio.
Ho passato una giornata magnifica, tra Amici, e per questo vi sono veramente grato.

Un forte abbraccio Alpino a te Ernesto, Bruno, Gianni, Antonino, Mario, ai colonnelli Anderi ed Albanese ed a quanti, seppure non conoscendoli, erano presenti.

A tutti voi un cordiale e sentito" Grazie".

 

Gian Paolo

 

 

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Ultimo aggiornamento 08 gennaio 2015