N° 4 - 30/04/2013 Foglio di collegamento dei "Ragazzi del 2°/66"
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La missione "Albatros" Operazione Mozambico

 

Sono passati 20 anni da quando, militari di leva su base Taurinense al comando dell'allora Ten. Colonnello Claudio Graziano Comandante del Susa, ora Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, iniziava l'Operazione Albatros.

L'Italia ha contribuito alla missione con un Contingente di 1.039 uomini, incominciando lo spiegamento in Mozambico nel Marzo 1993, assumendo la responsabilità operativa del Corridoio di Beira. In tal senso ed in ragione sia della vitale importanza del corridoio - via principale di collegamento tra lo Zimbawe ed il mare, servita da una rotabile, da una ferrovia e da un oleodotto - sia del livello di efficienza operativa e logistica dell'Unità, il Contingente Italiano ha assunto il ruolo di "forza di riferimento", ricevendo anche funzioni di supporto logistico e sanitario di tutte le forze dell'ONU presenti nella regione. Non male per degli alpini di leva!

 

 

Ancora muli

A completamento delle pagine su "Muli e Alpini", è stato inserito un bel video edito dall'Esercito Italiano dal titolo: "Il cavallo con le orecchie lunghe". Il video è un vero e proprio documentario della durata di 20 minuti

Parliamo di ...

Molte volte, qualche scettico, ci pone alla stregua di pescatori e cacciatori dei quali è luogo comune definirli “Pinocchi”. Tante volte si dice che esageriamo nel ritenerci eroi e capaci di epiche imprese. Bene, questo articolo apparso su Genova alpina, notiziario della Sez. di Genova, dimostra proprio il contrario e, per amore di verità, gli alpini sono i primi a essere critici e tenere unicamente alla verità dei fatti.

La vera storia della conquista  del forte Traversette

"LA PRIMA VITTIMA DI UNA GUERRA È LA VERITÀ". Sir Winston Churchill

 “Quando la storia minuta di tutte le fasi della battaglia alpina potrà essere compilata, l'occupazione del forte di Traversette vi rifulgerà come uno dei più brillanti ed insieme audaci episodi di tutti i tempi".

 Iniziava così, con un tono decisamente roboante, l'articolo apparso nel luglio 1940 sulla rivista TEMPO dal titolo "L'occupazione del forte di Traversette" dedicato alla conquista del forte Traversette dalle truppe italiane e corredato da una interessante serie di fotografie a colori. Come tutti i regimi anche la dittatura fascista fece uso della propaganda che, reinventando la storia, propinava al popolo evidenti insuccessi come grandi vittorie. La curiosità di verificare i fatti realmente accaduti al colle de la Traversette nel giugno 1940 mi ha spinto a scrivere questo articolo dove i lettori troveranno sia il pezzo originale e le vicende realmente accadute. Ma torniamo al nostro fantasioso giornalista che proseguiva così:

“Perché audacia nient'altro che audacia fu il potente strumento grazie al quale si riuscì ad avere ragione di formidabili opere blindate, di perfettissime armi piazzate in caverna, di nemici valorosi decisi a tutto. E anche della montagna fu giocoforza vincere le insidie, attaccandola per vie mai battute, percorrendola sotto una bufera di neve. Il prezzo della vittoria era l'audacia, e audaci come sempre, tenaci e pronti al sacrificio furono i nostri alpini, i pennuti eroi della montagna, le guardie di frontiera, i fanti, i genieri. Il forte di Traversette posto sull' omonimo colle a poche centinaia di metri oltre il valico del Piccolo San Bernardo domina con il fuoco delle sue armi circa quaranta chilometri di strada, i versanti della montagna, la valle dell'Isère, la strada dell'Ospizio. Le fortificazioni sono ricavate sulla nuda roccia, sui fianchi scoscesi dai quali il forte si alza come un nido di aquile. I tecnici militari francesi lo avevano giudicato imprendibile: uno dei tanti falsi particolari sui quali si basava la loro sicumera e il loro ironico « non si passa»

 Negli antri del forte, intanati al sicuro, ignari della caduta di Parigi, delle sconfitte francesi, di tutto, sono una sessantina di cacciatori delle Alpi comandati da un orgoglioso sottotenente uscito fresco fresco da Saint-Cyr. Nessuno di questi uomini crede possibile un deciso attacco italiano, tutti pensano al massimo ad un'azione dimostrativa: occorrerebbe essere pazzi per attaccare in quelle condizioni.”

Il forte francese Redoute Ruinée posto al colle di Traversette fu costruito alla fine dell' '800 con la funzione di osservatorio e controllo della strada che scende dal passo del Piccolo S. Bernardo con una scarsa importanza militare tanto è vero che nei primi del '900 fu oggetto di una simpatica serie di cartoline che lo raffigurano sotto una straordinaria coltre di neve. La guarnigione era entrata negli anni '30 nei progetti fortificatori francesi dotandola di alcuni bunker per mitragliatrice pesante e nel giugno del 40 disponeva di due mortai Stoke residuati della Prima Guerra Mondiale, di una vecchia mitragliatrice Hotchkiss e di sette fucili mitragliatori (altro che "perfettissime armi piazzate in caverna!). Al comando della guarnigione vi era il sottotenente Desserteaux fresco di nomina dall'accademia di Saint-Cyr.

“Eppure puntuali il 21 giugno all'alba i valorosi alpini, i tenaci fanti, le guardie alla frontiera che hanno rivendicato l'onore del combattimento, muovono all'assalto. La reazione francese è rabbiosa: una grandine di fuoco cerca di arrestare l'impeto degli italiani: le nude rocciose pareti della montagna si trasformano in micidiali schegge sotto i colpi del nemico che spara col cannone anche contro un solo uomo. Mentre il battaglione Duca degli Abruzzi attacca il forte de la Seigne, il battaglione Aosta s'inerpica lungo i costoni del colle della Traversette. La lotta diventa epica: gli alpini salgono metodicamente, attraversano d'un balzo le zone scoperte, si acquattano sotto le feritoie. Il forte è tutta una vampa di fuoco, anche se oramai la lotta è ravvicinata e i nemici si trovano quasi a contatto. I Francesi si difendono rabbiosamente ma gli alpini non mollano e rimangono aggrappati sotto il forte.

Intanto all'alba del giorno dopo nuclei motorizzati della divisione motorizzata Trieste impiegando i carri armati ad oltre 2000 metri, riescono a sfondare il passaggio del San Bernardo, e incuranti del fuoco concentrato dei fortini francesi si precipitano verso il fondo valle, raggiungendo Seez,Saint-Foy, l'Isère ed aggirando così l'intero sistema fortificatorio nemico. La seconda e terza giornata furono durissime per i rocciatori dell'Aosta aggrappati alla montagna e per i fanti di rincalzo a causa di una violentissima bufera di neve che li colse usciti all'attacco. I pericoli della montagna furono in alcuni momenti superiori a quelli preparati e rappresentati dal nemico. Ma i nostri eroici soldati, dando prova di una tenacia e di una resistenza pari alla loro audacia, meravigliosamente resistettero al gelo ad al fuoco. L'armistizio trovò il nemico vinto e nello stesso tempo ammirato. Il forte di Traversette aveva per sempre cessato di minacciare le valli italiane.”

A dare retta alla descrizione del giornalista sembra che intorno al forte vi sia stata una terribile battaglia con l'impiego di migliaia di soldati; le cose furono ben diverse e i tentativi di forzare il valico da parte di un reparto di bersaglieri del XXXII Battaglione motociclisti e successivamente dai carri armati leggeri della Divisione Littorio furono sventati in pochi ore. Più interessante dal punto di vista militare l'azione degli alpini del battaglione Aosta che con il favore della notte si infiltrarono nella Combe Moulins e raggiungendo la stazione inferiore della teleferica isolarono la ridotta dai rifornimenti dal fondovalle. La nebbia e la neve fresca ostacolarono i movimenti degli alpini chi si avvicinarono fino a 300 metri dal Traversette. A questo punto, chissà come, si sparse la voce che il forte era caduto e ci vollero ore prima della smentita; ma la notizia, purtroppo, si era diffusa anche a Roma.

L'armistizio in vigore dalle ore 1,35 del 25 giugno, al contrario di quello che scrive l'inverosimile corrispondente, trova il forte ancora saldamente in mano ai francesi. Le ultime vicende del forte sono ben descritte nel diario storico del sottotenente Desserteaux: all'alba del 25 giugno due sparuti ufficiali del 4 Reggimento alpini, sventolando una bandiera bianca, chiesero un colloquio con il comandante e lo informarono dell'avvenuto armistizio. In attesa di ricevere ordini Desserteaux invitò gli ufficiali a colazione. A mezzogiorno si presentò davanti all'entrata del forte anche il colonnello Magliano e il tenente colonnello Spartaco Majoli; a sera bussò alla porta anche il comandante del battaglione Aosta.

Non sappiamo gli argomenti che si trattarono nei locali del forte ma sicuramente vi fu tempo per organizzare nei minimi dettagli il passaggio di proprietà del forte Traversette: furono chiamati i fotografi e perfino almeno due operatori dell'Istituto Luce che ripresero i momenti salienti del occupazione che avvenne il 2 luglio 1940. La propaganda e la disinformazione compirono fino in fondo il loro dovere: qualche giorno dopo il filmato Luce veniva proiettato nelle sale cinematografiche: l'occupazione del Traversette, così come la voleva il regime, poteva essere ammirata da tutti gli italiani.

                                                                                                  Lorenzo Santagata

 

Genova Alpina, Dicembre 2012

 

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86a Adunata Nazionale Alpini

 

Nei giorni 10-11-12 Maggio 2013 si svolgerà a Piacenza la 86a Adunata Nazionale. in occasione del 20°anniversario sfileranno coloro che nel 1993 facevano parte deil contingente di allora. Lo stesso C.S.M.E.,  Generale Graziano, sfilerà alla testa della rappresentanza che sarà collocata alla fine del 2° Settore.


 

 

 

 

Questa volta è proprio primavera. Ne avevamo proprio bisogno.

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17/04/2013
● Aggiornamento della rubrica Alpino chiama Alpino

30/04/2013

● Aggiunto video "Il cavallo con le orecchie lunghe"

 

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